Una delle domande a cui spesso mi trovo a rispondere è” come mai costa così tanto, io l’ho comprato da… oppure su… e l’ho pagato molto meno!” Oppure ” c’è qualcosa di più economico, questo costa troppo e non volevo spendere così tanto”. A chi non è mai capitato di comprare un integratore e ritrovarsi davanti a due prodotti apparentemente uguali ma dal costo significativamente differente? Spesso la differenza è racchiusa nella qualità delle materie prime, nella sicurezza e nella ricerca all’innovazione che sta dietro a ogni formulazione. Quali possono essere i fattori che influenzano il prezzo di un prodotto?
Il primo aspetto, e forse il più importante, è la qualità e la sicurezza delle materie prime utilizzate. Quest’ultime vengono spesso acquistate in Paesi in cui la legislazione sul controllo di qualità e sicurezza è molto meno restrittiva di quella presente in Europa, situazione aggravata dalle legislazioni nazionali, spesso molto lacunari nel campo degli integratori. È per questo che nel mercato globale vi è un numero copioso di aziende in grado di fornire materie prime a basso costo, grazie alla mancanza di integrità, sicurezza e tracciabilità delle materie prime. Rimane quindi una scelta personale del produttore l’affidarsi a una rete controllata e certificata di fornitori così da garantire la sicurezza del proprio prodotto, anche se questo comporta un innalzamento del costo delle materie prime. Ad esempio: alcuni produttori, per tenere molto basso il costo, decidono di sviluppare integratori di Omega 3 utilizzando come materia prima i grassi provenienti da pesci non sottoposti a controlli di contaminazione da inquinanti e metalli pesanti, sostanze che, se presenti, ingeriremmo insieme al nostro integratore. A questo scopo sono infatti nate delle certificazioni non obbligatorie che i produttori possono ottenere solo se le loro materie prime e le loro lavorazioni mantengono alti standard tecnologici e di sicurezza. . Il controllo dell’intera filiera e le certificazioni di sicurezza e qualità rappresentano l’unica strada per dare garanzie al consumatore, comportando un costo elevato delle materie prime.
Il secondo aspetto che influenza il prezzo dell’integratore è l’utilizzo di ingredienti brevettati, riconoscibili dal simbolo ® posto accanto al nome commerciale nell’elenco degli ingredienti. Stiamo parlando di ingredienti sviluppati dopo molti anni di ricerca e di investimenti economici, allo scopo di ottenere sostanze con qualità, efficacia e assorbimento parecchio superiori a quelli già presenti nel mercato. Questa maggiore qualità ha però un costo (quello necessario a recuperare gli investimenti e il lavoro che sono stati richiesti per svilupparli), ma ha il vantaggio di offrire un prodotto tecnologicamente avanzato e superiore.
Rimanendo nello stesso campo, un altro aspetto da considerare è l’origine naturale o sintetica delle materie prime. Il produttore che utilizza materie prime sintetiche risparmierà grazie al loro basso costo di produzione e alla non necessità di gestione delle fonti naturali da cui estrarre i principi funzionali. L’altra faccia della medaglia è che le sostanze prodotte in laboratorio spesso non hanno la stessa efficacia di quelle naturali e il corpo può riconoscerle come tossiche, accumulandole e creando uno stato di infiammazione. In questo caso, non solo avremo perso soldi ma avremo creato un potenziale danno al nostro organismo.
Il quarto aspetto è la biodisponibilità degli ingredienti presenti, cioè quanto di quella pillola che ingeriamo viene assorbito e quanto viene invece eliminato dal nostro organismo. Il corpo assimila solo ciò che “gli piace” e in forme chimiche specifiche, mentre il resto viene scartato principalmente tramite feci e urina. L’aspetto della biodisponibilità degli integratori rappresenta ancora oggi uno dei temi più affascinanti e complicati nel campo dell’integrazione. È per questo che spesso un integratore contiene l’ingrediente principale, cioè quello che svolgerà l’effetto voluto di normalizzazione dei valori, e uno o più ingredienti “aggiuntivi”, chiamati “bioenhancer”, che hanno il ruolo di veicolare il primo all’interno del corpo. Per esempio, negli integratori di Collagene, l’aggiunta di Vitamina C aumenta la biodisponibilità rispetto all’utilizzo della sola Collagene, che di per sé è scarsamente biodisponibile. Altre volte l’assorbimento viene incrementato utilizzando specifiche conformazioni chimiche del componente principale, forme riconosciute e assorbite dal nostro intestino con una maggiore efficienza. Questi approcci permettono di incrementare la quantità dell’integratore assorbita dal corpo, valori maggiori di decine di volte rispetto all’ingrediente standard. È per questo che i prodotti di qualità si riconoscono anche dall’utilizzo del miglior mix di ingredienti e dalla ricerca della conformazione chimica migliore con lo scopo di massimizzare il suo assorbimento e di conseguenza la sua efficacia, evitando di far sprecare soldi al consumatore.
Il costo dell’integratore è anche influenzato dalla tipologia di confezionamento. Alcuni ingredienti sono facilmente deperibili a causa della luce, dell’aria, delle differenti temperature e richiedono dei formati e delle confezioni specifiche. Purtroppo, questi formati “non standard” sono costosi e un produttore che vuole tenere bassi i costi del proprio prodotto non terrà conto di questo aspetto, ottenendo così un integratore i cui ingredienti subiranno alterazioni, diventando meno efficaci e meno sicuri.
L’ultimo punto da analizzare, forse il più banale ma spesso anche il più sottovalutato, è la concentrazione delle materie prime per ciascuna capsula o in generale della dose giornaliera indicata. In commercio troviamo prodotti a basso prezzo le cui concentrazioni di materie prime sono altrettanto basse e la cui efficacia è di conseguenza poco probabile. Durante l’acquisto, un valore importante da controllare è la “titolazione” dell’ingrediente. Questo valore indica la precisa concentrazione della sostanza attiva più importante dell’ingrediente vegetale di nostro interesse. Per esempio, mi reco in erboristeria per acquistare un integratore di Tribulus Terrestris. In negozio posso ritrovarmi davanti a due prodotti apparentemente uguali ma in cui uno riporta la dicitura “Tribulus terrestris: estratto di tribulus terrestris” e un’altra “Tribulus Terrestris :estratto di tribulus terrestris (95% di saponine)”. Utilizzando quest’ultimo prodotto saprò quanto principio attivo sto ingerendo per ciascuna capsula mentre con il primo prodotto non saprò né il valore delle saponine che sto assumendo né addirittura se ne sto assumendo, visto che potrebbe anche non essere presente. Però alcuni prodotti, pur avendo concentrazioni leggermente minori di altri, potrebbero avere un’efficacia uguale o maggiore a prodotti con concentrazioni maggiori, grazie a una formulazione che includa forme chimiche particolari, composti che ne aumentano la biodisponibilità o ingredienti tecnologicamente avanzati.
Discorso leggermente diverso per gli integratori proteici: la materia prima proteina è da sempre considerata un “bene di lusso” quindi tutti gli integratori che hanno in aggiunta proteine hanno un prezzo superiore. Ad esempio: le creme spalmabili. Tutte quelle che hanno in aggiunta proteine hanno un costo più elevato rispetto alle stesse ma senza proteine. Poi si deve anche tener conto della lavorazione (senza glutine, senza lattosio, senza zuccheri). Per le proteine in polvere va considerata, oltre al tipo di lavorazione, la percentuale proteica e la presenza o meno tra gli ingredienti di carboidrati, zuccheri e grassi. Più la proteina è pura più il costo è elevato.
Per cui un prodotto con un prezzo elevato è sempre sinonimo di qualità? No, non sempre. Ci sono infatti alcune aziende che per puro marketing mantengono prezzi alti , massimizzando i guadagni senza curarsi di incrementare la qualità. Quindi come facciamo a capire se il prezzo da pagare per un prodotto sia realmente giustificato? Da una parte non dobbiamo farci fuorviare dai messaggi ingannevoli delle pubblicità e dalle frasi altisonanti che ritroviamo in confezione; dall’altra parte dobbiamo fidarci della serietà dell’azienda produttrice, dobbiamo capire se la loro “mission” è il benessere e la sicurezza del consumatore o il guadagno. E soprattutto può esserci d’aiuto il professionista del settore, perché è lui a conoscere il mercato e la serietà delle aziende produttrici.
In conclusione: il campo degli integratori non ammette quasi mai prodotti di alta qualità con un prezzo molto basso e se teniamo alla sicurezza e alla efficacia di ciò che assumiamo, dobbiamo affidarci a professionisti e essere pronti a spendere un po’ di più salvaguardando la nostra salute e assumendo un prodotto realmente efficace.